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RITO DELLA S. MESSA - Rito Romano, Forma Ordinaria

 

 

INDICE

 

- INDICE

- RITI INIZIALI

- Antifona d'ingresso

- Atto Penitenziale

- Confiteor

- Kyrie

- Glória

- Colletta

- LITURGIA DELLA PAROLA (Messa dei Catecumeni)

- Prima Lettura

- Salmo Responsoriale

- Seconda Lettura

- Alleluia

- Vangelo

- Omelia

- Professione di Fede o Credo

- Preghiera dei Fedeli

- Liturgia Eucaristica

- Offertorio

- Abluzione

- Orate Fratres

- Orazione sulle Offerte

- PREGHIERA EUCARISTICA (Canone della Messa)

- Prefazio

- Sanctus

- Preghiera Eucaristica - I , o Canone Romano

- Preghiera per la Chiesa Militante

- Intercessioni per i vivi

- Epíclesi Consacratoria

- Anámnesi e offerta

 

- Intercessione per i defunti

- Conclusione del Canone e dossologia

- Preghiera Eucaristica - II

- Prefazio

- Sanctus

- Epíclesi Consacratoria

- Anámnesi e offerta

- Preghiera per la Chiesa Militante

- Preghiera per la Chiesa Purgante

- Preghiera per la Chiesa Trionfante

- Preghiera Eucaristica - III

- Epíclesi Consacratoria

- Anámnesi e offerta

- Per la Chiesa Militante

- Per la Chiesa Purgante

- Preghiera Eucaristica - IV

- Prefazio

- Sanctus

- Epíclesi Consacratoria

- Anámnesi e offerta

- Preghiera per la Chiesa Militante

- Preghiera per la Chiesa Purgante

- Riti di Comunione

- Pater Noster

- Scambio del Segno di Pace

- Agnus Dei

- Antifona alla Comunione

- Orazione dopo la Comunione

- Riti di conclusione

- Congedo

RITI INIZIALI

 

Il sacerdote con i ministri si reca all'altare; intanto si esegue il canto d'ingresso.

Antifona d'ingresso

 

Parte variabile che rende il significato speciale del giorno o della festa

V. Erant discípuli perseverántes unanímiter in oratióne cum María, matre Iesu. [cfr. At 1, 14].

 

V. I discepoli erano assidui e concordi nella preghiera con Maria, madre di Gesù.

Giunto all'altare il sacerdote con i ministri fa la debita riverenza, bacia l'altare - che rappresenta Gesù - ed eventualmente lo incensa. Poi, con i ministri si reca alla sede. Terminato il canto d'ingresso, sacerdote e fedeli, in piedi, fanno il segno della croce.Il sacerdote dice:

V. † In nómine Patris et Fílii et Spíritus Sancti.

R. Amen.

V. † Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spinto Santo.

R. Amen.

 

Segue il saluto, che il sacerdote rivolge ai fedeli allargando le braccia e dicendo:

V. Grátia Dómini nostri Iesu Christi, et cáritas  Dei,  et  communicátio Sancti Spíritus sit cum ómnibus vobis.

 

V. La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l'amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo sia con tutti voi.

Oppure:

V. Grátia vobis et pax a Deo Patre nostro et Dómino Iesu Christo.

 

V. La grazia e la pace di Dio nostro Padre e del Signore nostro Gesù Cristo sia con tutti voi.

Oppure:

V. Dóminus vobíscum.

 

V. Il Signore sia con voi.

I fedeli rispondono:

R. Et cum spíritu tuo.

 

R. E con il tuo spirito.

Il sacerdote, o il diacono, o un altro ministro idoneo, può fare una brevissima presentazione della Messa del giorno. Segue l'atto penitenziale.

 

Atto Penitenziale

 

Il sacerdote invita i fedeli al pentimento con queste parole o con altre simili:

V. Fratres, agnoscámus peccáta nostra, ut apti simus ad sacra mystéria celebránda

 

V. Fratelli, per celebrare degnamente i santi misteri, riconosciamo i nostri peccati.

Si fa una breve pausa di silenzio.

Poi tutti insieme fanno la confessione:

Confíteor

 

R. Confíteor Deo omnipoténti et vobis, fratres, quia peccávi nimis cogitatióne, verbo, ópere et omissióne: (percutit sibi pectus ter, dicens) mea culpa, mea culpa, mea máxima culpa. Ideo precor beátam Maríam semper  Vírginem, omnes Angelos et Sanctos, et vos, fratres, oráre pro me ad Dóminum Deum nostrum.

R. Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli, che ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni, (ci si batte il petto per tre volte) per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa. E supplico la beata sempre Vergine Maria, gli angeli, i santi e voi, fratelli, di pregare per me il Signore Dio nostro.

 

Oppure:

V. Miserére nostri, Dómine.

R. Quia peccávimus tibi.

V. Osténde  nobis, Dómine, misericórdiam tuam

R. Et salutáre tuum da nobis.

 

V. Pietà di noi, Signore.

R. Contro di te abbiamo peccato.

V. Mostraci, Signore, la tua misericordia.

R. E donaci la tua salvezza.

Oppure:

V. Qui missus es sanáre contrítos corde:

Kyrie, eléison.

R. Kyrie, eléison.

V. Qui peccatóres vocáre venísti:

Christe eléison.

R. Christe eléison.

V. Qui ad déxteram Patris sedes, ad interpel- lándum pro nobis:

Kyrie eléison.

R. Kyrie eléison

V. Signore mandato dal Padre a salvare i contriti di cuore, abbi pietà di noi.

R. Signore pietà.

V. Cristo che sei venuto a chiamare i peccatori, abbi pietà di noi.

R. Cristo pietà.

V. Signore che intercedi per noi presso il Padre, abbi pietà di noi».

R. Signore pietà.

Segue l'assoluzione del sacerdote:

V. Misereátur nostri omnípotens Deus et, dimíssis peccátis nostris, perdúcat nos ad vitam ætérnam.

R. Amen.

 

V. Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna.

R. Amen.

Segue il "Kyrie", se non è già stato detto o cantato durane l'atto penitenziale.

Kyrie

 

V. Kyrie, eléison.

R. Kyrie, eléison.

V. Christe, eléison.

R. Christe, eléison.

V. Kyrie, eléison.

R. Kyrie, eléison.

 

V. Signore, pietà.

R. Signore, pietà.

V. Cristo, pietà.

R. Cristo, pietà.

V. Signore, pietà.

R. Signore, pietà.

Glória

 

È una traduzione terrestre della gloria del cielo, un'eco affievolita, ma ancora abbastanza fedele, dei concerti angelici. Si inizia infatti con il cantico degli Angeli sulla grotta di Betlemme. Se ne ignora l'autore, ma lo stile semplice, forte, senza ornamenti rivela un'alta antichità. San Paolo avrebbe potuto sottoscriverlo: vi è la sua dottrina e quasi il suo stile. La prima parte canta la gloria del Padre, la seconda quella di Cristo, la terza quella della Trinità. Vi si ritrovano tutte le finalità del sacrificio eucaristico: di adorazione (ti adoriamo), di ringraziamento (ti rendiamo grazie), di riconciliazione (tu che togli i peccati del mondo), di supplica (accogli la nostra supplica) e di lode (ti lodiamo).

V. Glória in excélsis Deo

R. Et in terra pax homínibus bonæ voluntátis. Laudámus te, benedícimus te, adorámus te, glorificámus te, grátias ágimus tibi propter magnam glóriam tuam, Dómine Deus, Rex cæléstis, Deus Pater omnípotens. Dómine Fili unigénite, Iesu Christe, Dómine Deus, Agnus Dei, Fílius Patris, qui tollis peccáta mundi, miserére nobis; qui tollis peccáta mundi, súscipe deprecatiónem nostram. Qui sedes ad déxteram Patris, miserére nobis. Quóniam tu solus Sanctus, tu solus Dóminus, tu solus Altíssimus, Iesu Christe, cum Sancto Spíritu: in glória Dei Patris. Amen.

V. Gloria a Dio nell'alto dei cieli

R. E pace in terra agli uomini di buona volontà Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del cielo, Dio Padre onnipotente. Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre, tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l'Altissimo, Gesù Cristo, con lo Spirito Santo: nella gloria di Dio Padre. Amen.

Terminato l'inno, il sacerdote, a mani giunte dice:

V. Orémus.

V. Preghiamo.

E tutti, insieme con il sacerdote, pregano in silenzio per qualche momento.

Quindi il sacerdote allarga le braccia e dice la Colletta:

Colletta

 

In questa preghiera, che cambia di volta in volta, il sacerdote, riassume (collígere = raccogliere, riassumere), per presentarli a Dio a nome dei presenti e di tutta la Chiesa, le aspirazioni e le intenzioni suggerite dal mistero che si sta celebrando.

V. ... Per Dóminum nostrum Iesum Christum, Fílium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti, Deus, per ómnia saécula sæculórum.

R. Amen.

V. ... Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

R. Amen.

 

LITURGIA DELLA PAROLA

(Messa dei Catecumeni)

 

Il lettore si porta all'ambone e legge la prima lettura; i fedeli ascoltano seduti.

Prima Lettura

 

Alla fine il lettore conclude con:

V. Verbum Dómini.

 

V. Parola di Dio.

I fedeli acclamano:

R. Deo grátias.

 

R. Rendiamo grazie a Dio.

Il salmista o cantore recita il salmo; i fedeli partecipano col ritornello.

Salmo Responsoriale

 

Se c'è la seconda lettura, il lettore la legge all'ambone come sopra.


Seconda Lettura

Per indicare la fine della lettura, aggiunge:

Lat - Verbum Dómini.

Ita - Parola di Dio.

Tutti acclamano:

Lat - Deo grátias.

Ita - Rendiamo grazie a Dio.


Segue il canto al Vangelo (Alleluia).

Alleluia

 

Se si usa l'incenso, il sacerdote lo pone nel turibolo. Poi il diacono che deve proclamare il Vangelo, inchinato davanti al sacerdote, chiede la benedizione, dicendo con voce sommessa:

Lat - Iube, Domne, benedícere.

Ita - Benedicimi, o padre

Il sacerdote con voce sommessa dice:

Lat - Dóminus sit in corde tuo et in lábiis tuis: ut digne et competénter annúnties Evangélium suum: in nómine Patris, et Filii, et Spíritus Sancti].

Ita - Il Signore sia nel tuo cuore e sulle tue labbra, perché tu possa annunziare degnamente il suo Vangelo: nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Il diacono risponde:

Amen.

Se non c'è il diacono, il sacerdote, inchinandosi davanti all'altare, dice sottovoce:

Lat - Munda cor meum ac lábia mea, omnípotens Deus, ut sanctum Evangélium tuum digne válem nuntiáre.

Ita - Purifica il mio cuore e le mie labbra, Dio onnipotente, perché possa annunziare degnamente il tuo Vangelo.


Vangelo

 

Poi il diacono, o il sacerdote, si reca all'ambone, eventualmente accompagnato dal ministri

con l'incenso e i candelieri, e dice:

 

V. Dóminus vobíscum.

R. Et cum spíritu tuo.

V. Il Signore sia con voi.

R. E con il tuo spirito.

V. Léctio sancti Evangélii secúndum ...

 

V. Dal Vangelo secondo ....

Il diacono o il sacerdote segna il libro e se stesso in fronte, sulla bocca e sul petto.

 

I fedeli si segnano con una piccola croce in fronte, sulla bocca e sul petto acclamando:

R. Gloria Tibi, Dómine.

 

R. Gloria a Te, oh Signore.

Terminata la lettura, il diacono o il sacerdote dice:

V. Verbum Dómini.

 

V. Parola del Signore.

I fedeli acclamano:

R. Laus tibi, Christe.

R. Lode a te, o Cristo.

Poi il diacono o il sacerdote bacia il libro dicendo sottovoce:

Lat - Per evangélica dicta deleántur nostra delícta.

Ita - La Parola del Vangelo cancelli i nostri peccati.

Segue l'omelia; essa è prescritta in tutte le domeniche e feste di precetto, ed è raccomandata negli altri giorni.

I Fedeli ascoltano seduti l'omelia.

Omelia

 

Dopo l'omelia è opportuno fare un breve silenzio.

Quindi, quando è prescritta, si fa la professione di fede

I Fedeli si alzano.

 

Professione di Fede o Credo

 

Il Credo è detto anche «simbolo» che vuol dire «insieme di cose» e «segno distintivo»; cosi è chiamato perché è l'insieme delle principali verità di fede e il distintivo del cristiano.

Ve ne sono tre:
1) Il Simbolo detto degli Apostoli (p. 6), perché è il riassunto del loro insegnamento, che si è sentito il bisogno, fin dai primi tempi, di raccogliere in una breve formula da insegnare a memoria ai catecumeni. Secondo una pia leggenda sarebbe stato composto dai dodici prima di separarsi: ognuno, a cominciare da san Pietro fino a san Mattia, avrebbe per divina ispirazione pronunciato uno dei dodici articoli di cui é composto. Il credo era la tessera della fede che i primi cristiani ricevevano nel battesimo e spesso sigillavano con il loro sangue. È quello commentato articolo per articolo, nel Catechismo della Chiesa cattolica.
2) Il Simbolo detto Niceno-Costantinopolitano, composto nel Concilio di Nicea (325) contro Ario e confermato da quello di Costantinopoli (381) contro Macedonio. Vi si afferma più esplicitamente contro di essi la divinità del Figlio e dello Spirito Santo. È quello della Messa.
3) Il Simbolo detto Atanasiano (p. 190), contro gli errori di Nestorio e Eutiche condannati dal Concilio di Efeso (431) e di Calcedonia (451). È stato attribuito a sant'Atanasio.

 

V. Credo in unum Deum,

V. Credo in un solo Dio,

R. Patrem omnipoténtem, factórem coeli et terrae, visibílium ómnium, et invisibílium.
Et in unum Dóminum Iesum Christum, Fílium Dei unigénitum.
Et ex Patre natum ante ómnia saécula.
Deum de Deo, lumen de lúmine, Deum verum de Deo vero.
Génitum, non factum, consubstantiálem Patri: per quem ómnia facta sunt.
Qui propter nos hómines, et propter nostram salútem descéndit de cœlis.

(genuflexio or caput inclinat)

Et incarnátus est de Spíritu Sancto ex Maria Vírgine: et homo factus est.
Crucifíxus étiam pro nobis: sub Póntio Pilato passus, et sepúltus est.
Et resurréxit tértia die, secúndum Scriptúras.
Et ascéndit in coelum: sedet ad déxteram Patris.
Et íterum ventúrus est cum glória iudicáre vivos et mórtuos: cuius regni non erit finis.
Et in Spíritum Sanctum, Dóminum, et vivificántem: qui ex Patre, Filióque procédit.
Qui cum Patre et Filio simul adorátur et conglorificátur: qui locútus est per Prophétas.
Et unam, sanctam, cathólicam et apostólicam Ecclésiam.
Confíteor unum baptísma in remissiónem peccatórum.
Et expécto resurrectiónem mortuórum.
Et vitam † ventúri sæculi.
Amen.

R. Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili ed invisibili.
E in un solo Signore,  Gesú Cristo, unigenito Figlio di Dio.
Nato dal Padre prima di tutti i secoli.
Dio da Dio, luce da luce, Dio vero da Dio vero.
Generato, non creato, della stessa sostanza del Padre: per mezzo di Lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo.

(si genuflette oppure si china il capo)
E per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria: e si è fatto uomo.
Fu crocifisso per noi: sotto Ponzio Pilato morí e fu sepolto.
Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture.
È salito al cielo: siede alla destra del Padre.
E di nuovo verrà nella gloria a giudicare i vivi e i morti: e il suo regno non avrà fine.
Credo  nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita: e procede dal Padre e dal Figlio.
E con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato e ha parlato per mezzo dei Profeti.
Credo la Chiesa: una, santa, cattolica e apostolica.
Confesso un solo battesimo per il perdono dei peccati.
Aspetto la risurrezione dei morti.
E la vita † del mondo che verrà.
Amen.

Segue la preghiera universale o preghiera dei fedeli.

 

Preghiera dei Fedeli

 

Qui termina la Messa così detta dei Catecumeni (Liturgia della parola) ed ha inizio la Messa propriamente detta o dei Fedeli (liturgia eucaristica o sacrificale). Nella Divina Liturgia di San Giovanni Crisostomo il diacono invita i catecumeni ad uscire.

 

Liturgia Eucaristica

 

I ministri preparano sull'altare il corporale, il purificatoio, il calice e il messale

I fedeli intanto eseguono il canto di offertorio stando seduti.

 

Offertorio

 

È bene che i fedeli esprimano la loro partecipazione per mezzo dell'offerta, portando il pane e il vino per la celebrazione dell'Eucaristia, o altri doni per le necessità della Chiesa e dei poveri. Con l'offertorio ci avviciniamo alla celebrazione del sacrificio. Offrendo il pane e il vino, già si pensa all'offerta di Cristo stesso nel quale essi saranno trasformati.

Il sacerdote, all'altare, prende la patena con il pane

e tenendola leggermente sollevata sull'altare, dice:

V. Benedictus es, Domine, Deus universi, quia de tua largitate accepimus panem, quem tibi offerimus, fructum terrae et operis manuum hominum, ex quo nobis fiet panis vitae.

 

V. Benedetto sei tu, Signore, Dio dell'universo: dalla tua bontà abbiamo ricevuto questo pane, frutto della terra e del lavoro dell'uomo; lo presentiamo a te, perché diventi per noi cibo di vita eterna.

Quindi depone sul corporale la patena con il pane.

Se non si esegue il canto di offertorio, il sacerdote può dire questa formula ad alta voce.

Al termine i fedeli possono acclamare:

R. Benedictus Deus in saecula.

R. Benedetto nei secoli il Signore.

Il diacono, o il sacerdote, versa nel calice il vino, con un po' d'acqua. Le poche gocce d'acqua che si mettono nel calice rappresentano: 1) il sangue e l'acqua usciti dal costato di Gesù; 2) l'unione della natura umana e divina in Cristo; 3) l'unione nostra a Gesù Cristo.

Nel frattempo dice sottovoce:

V. Per huius aquæ et vini mystérium eius efficiámur divinitátis consórtes, qui humanitátis nostræ fíeri dignátus est párticeps.

 

V. L'acqua unita al vino sia segno della nostra unione con la vita divina di colui che ha voluto assumere la nostra natura umana.

Il sacerdote prende il calice e tenendolo leggermente sollevato sull'altare, dice:

V. Benedictus es, Domine, Deus universi, quia de tua largitate accepimus vinum, quod tibi offerimus, fructum vitis et operis manuum hominum, ex quo nobis fiet potus spiritalis.

 

V. Benedetto sei tu, Signore, Dio dell'universo: dalla tua bontà abbiamo ricevuto questo vino, frutto della terra, e del lavoro dell'uomo; lo presentiamo a te, perché diventi per noi bevanda di salvezza.

Quindi depone il calice sul corporale.Se non si esegue il canto di offertorio, il sacerdote può dire questa formula ad alta voce.

Al termine i fedeli possono acclamare:

R. Benedictus Deus in saecula.

R. Benedetto nei secoli il Signore.

Il sacerdote, inchinandosi, dice sottovoce:

V. In spíritu humilitátis et in animo contríto suscipiámur a te, Dómine; et sic fiat sacrifícium nostrum in conspéctu tuo hódie, ut pláceat tibi, Dómine Deus.

 

V. Umili e pentiti accoglici, o Signore: ti sia gradito il nostro sacrificio che oggi si compie innanzi a te.

Si possono incensare le offerte e l'altare.

Il diacono o un ministro incensa il sacerdote e i fedeli.

Abluzione

 

Il sacerdote, a lato dell'altare, si lava le mani dicendo sottovoce:

 

V. Lava me, Dómine, ab iniquitáte mea, et a peccáto meo munda me.

V. Lavami, Signore, da ogni colpa, purificami da ogni peccato.

Orate Fratres

 

Ritornato in mezzo all'altare, rivolto ai fedeli, allargando e ricongiungendo le mani, il sacerdote dice:


V. Oráte, fratres, ut meum ac vestrum sacrifícium acceptábile fiat apud  Deum Patrem omnipoténtem.

V. Pregate, fratelli, perché il mio e vostro sacrificio sia gradito a Dio, Padre onnipotente.

Oppure, una di queste altre formule:


 

V. Pregate, fratelli e sorelle,

perché questa nostra famiglia, radunata nel nome di Cristo,

possa offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente.

 

V. Pregate, fratelli e sorelle,

perché portando all'altare la gioia e la fatica di ogni giorno,

ci disponiamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente.

   

V. Pregate, fratelli e sorelle,

perché il sacrificio della Chiesa,

in questa sosta che la rinfranca nel suo cammino verso la patria,

sia gradito a Dio Padre onnipotente.

 

I fedeli rispondono:

R. Suscípiat Dóminus sacrifícium de mánibus tuis ad láudem et glóriam nóminis sui, ad utilitátem quoque nostram totiusque Ecclésiae suae sanctae.

 

R. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa.

Il sacerdote, con le braccia allargate, dice l'orazione sulle offerte.


Orazione sulle Offerte

Parte variabile


V. Súscipe, Dómine, oblátiones nostras et in mystérium salútis convérte, cuius virtúte, et caritáte Vírginis Maríæ, Ecclésiæ Matris, inflammémur et óperi redemptiónis cum ea árctius sociári mereámur.
Per Christum Dóminum nostrum. Amen.

 

V. Accogli o Padre, le nostre offerte e trasformale in sacramento di salvezza, perché ne sperimentiamo i benefici e per l'amorosa intercessione di Maria, madre della Chiesa, collaboriamo all'opera della redenzione.
Per Cristo nostro Signore. Amen.

PREGHIERA EUCARISTICA

(Canone della Messa)

 

Siamo al culmine della Messa. Qui si entra propriamente nella celebrazione del sacrificio, quando la liturgia terrestre e quella celeste quasi si fondono. Il sacerdote, nel Prefazio - che è l'introduzione solenne della grande preghiera eucaristica -, invoca gli angeli e unisce alla loro la preghiera della Chiesa terrena. In questo momento si realizza in modo speciale quello che è affermato nella lettera agli Ebrei: «non abbiamo quaggiù una città stabile, ma cerchiamo quella futura» (Eb 13,14) e «voi vi siete […] accostati al monte di Sion e alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a miriadi di angeli, all'adunanza festosa e all'assemblea dei primogeniti iscritti nei cieli, al Dio giudice di tutti e agli spiriti dei giusti portati alla perfezione, al Mediatore della Nuova Alleanza e al sangue dell'aspersione dalla voce più eloquente di quello di Abele» (Eb 12,22-24).

Il prefazio culmina nel Sanctus o Trisagio in cui si esprime il fine ultimo della liturgia celeste e terrestre e… della vita dell'uomo (Esercizi Spirituali 23). Cfr. Is 6,3; Apoc 4,8. Il Sanctus è incessante in cielo, col prefazio ci si immette in questa lode eterna. «Nella liturgia terrena noi partecipiamo, pregustandola, a quella celeste, che viene celebrata nella santa città di Gerusalemme, verso la quale tendiamo come pellegrini […]; con tutte le schiere della milizia celeste cantiamo al Signore l'inno di gloria» (Conc. Ecum. Vat. II, Sacrosanctum Concilium, n. 8).

 

Prefazio

Parte variabile


Il sacerdote inizia la Preghiera eucaristica con il prefazio.

Allargando le braccia e dialogando con i fedeli, dice:

V. Dóminus vobíscum.

R. Et cum spíritu tuo.

V. Sursum corda (surgit).

R. Habémus ad Dóminum.

V. Grátias agámus Dómino Deo nostro.

R. Dignum et iustum est.

V. Il Signore sia con voi.

R. E con il tuo spirito.

V.  In alto i nostri cuori (Ci si alza in piedi).

Sono rivolti al Signore.

V.  Rendiamo grazie al Signore, nostro Dio.

R. È cosa buona e giusta.

Il sacerdote continua il prefazio con le braccia allargate.

V. Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus: Et te in celebratióne beátæ Maríæ Vírginis débitis magnificáre præcóniis. Quæ Verbum tuum immaculáto corde suscípiens virgíneo méruit sinu concípere atque, páriens Conditórem, Ecclésiæ fovit exórdia. Quæ iuxta crucem testaméntum divínæ caritátis accípiens univérsos hómines in fílios assúmpsit, Christi morte ad supérnam vitam generátos. Quæ, cum Apóstoli Promíssum exspectárent tuum, supplicatiónem suam discipulórum précibus iungens, exémplar éxstitit orántis Ecclésiæ. Ad glóriam autem evécta cælórum, Ecclésiam peregrinántem matérno proséquitur amóre eiúsque gressus ad pátriam tuétur benígna, donec dies Dómini gloriósus advéniat. Et ídeo, cum Sanctis et Angelis univérsis te collaudámus, sine fine dicéntes:

 

V. È veramente giusto renderti grazie, è bello esaltare il tuo nome, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno. Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti glorifichiamo, nella memoria della beata Vergine Maria. All'annunzio dell'angelo, accolse nel cuore immacolato il tuo Verbo e meritò di concepirlo nel grembo verginale; divenendo madre del suo Creatore, segnò gli inizi della Chiesa. Ai piedi della croce, per il testamento d'amore del tuo Figlio, estese la sua maternità a tutti gli uomini, generati dalla morte di Cristo per una vita che non avrà mai fine. Immagine e modello della Chiesa orante, si unì alla preghiera degli Apostoli nell'attesa dello Spirito Santo. Assunta alla gloria del cielo, accompagna con materno amore la Chiesa e la protegge nel cammino verso la patria, fino al giorno glorioso del Signore. E noi, uniti agli angeli e ai santi, cantiamo con gioia l'inno della tua lode:

Alla fine il sacerdote congiunge le mani e conclude il prefazio cantando insieme con i fedeli o dicendo ad alta voce il "Sanctus":

 Sanctus

 

R. Sanctus, Sanctus, Sanctus

Dóminus Deus Sábaoth.

Pleni sunt cæli et terra glória tua.

Hosánna in excélsis.

† Benedíctus qui venit in nómine Dómini.

Hosánna in excélsis.

 


R. Santo, Santo, Santo

il Signore Dio dell'universo.

I cieli e la terra sono pieni della tua gloria.

Osanna nell'alto dei cieli.

† Benedetto colui che viene nel nome del Signore.

Osanna nell'alto dei cieli.

Preghiera Eucaristica - I

o Canone Romano

 

Il sacerdote, con le braccia allargate, dice:

V. Te ígitur, clementíssime Pater, per Iesum Christum, Fílium tuum, Dóminum nostrum,  súpplices rogámus ac pétimus,

V. Padre clementissimo, noi ti supplichiamo e ti chiediamo per Gesù Cristo, tuo Figlio e nostro Signore,

traccia un unico segno di croce sul pane e sul calice, dicendo:

uti accépta hábeas


di accettare questi doni,

congiunge le mani e dice:

et benedícas hæc dona, hæc múnera, hæc sancta sacrifícia illibáta,

di benedire queste offerte, questo santo e immacolato sacrificio.

Preghiera per la Chiesa Militante

 

Allargando le braccia, continua:

 

in primis, quæ tibi offérimus pro Ecclésia tua sancta cathólica: quam pacificáre, custodíre, adunáre et régere dignéris toto orbe terrárum: una cum fámulo tuo Papa nostro N. et Antístite nostro N. et ómnibus orthodóxis atque cathólicæ et apostólicæ fídei cultóribus.

Noi te l'offriamo anzitutto per la tua Chiesa santa e cattolica, perché tu le dia pace e la protegga, la raccolga nell'unità e la governi su tutta la terra, con il tuo servo il nostro Papa N, il nostro Vescovo N e con tutti quelli che custodiscono la fede cattolica, trasmessa dagli Apostoli.

Intercessioni per i vivi

 

Meménto, Dómine, famulórum famularúmque tuárum [N. et N.]

Ricordati, Signore, dei tuoi fedeli [N. e N.]

Congiunge le mani e prega brevemente per quelli che vuole ricordare.

Poi, con le braccia allargate, continua:

et ómnium circumstántium, quorum tibi fides cógnita est et nota devótio, pro quibus tibi offérimus: vel qui tibi ófferunt hoc sacrifícium laudis, pro se suísque ómnibus: pro redemptióne animárum suárum, pro spe salútis et incolumitátis suæ: tibíque reddunt vota sua ætérno Deo, vivo et vero.

Ricordati di tutti i presenti, dei quali conosci la fede e la devozione: per loro ti offriamo e anch'essi ti offrono questo sacrificio di lode, e innalzano la preghiera a te, Dio eterno, vivo e vero, per ottenere a sé e ai loro cari redenzione, sicurezza di vita e salute.

 

Il celebrante chiama attorno all'altare la Chiesa trionfante

Communicántes, et memóriam venerántes, in primis gloriósæ semper Vírginis Maríæ, Genitrícis Dei et Dómini nostri Iesu Christi: sed et beáti Ioseph, eiúsdem Vírginis Sponsi, et beatórum apostolórum ac mártyrum tuórum, Petri et Pauli, Andréæ, [Iacóbi, Ioánnis, Thomæ, Iacóbi, Philíppi, Bartholomaéi, Matthaéi, Simónis et Thaddaéi: Lini, Cleti, Cleméntis, Xysti, Cornélii, Cypriáni, Lauréntii, Chrysógoni, Ioánnis et Pauli, Cosmæ et Damiáni] et ómnium Sanctórum tuórum; quorum méritis precibúsque concédas, ut in ómnibus protectiónis tuæ muniámur auxílio.

Congiunge le mani e dice:

Per Christum Dóminum nostrum. Amen.


In comunione con tutta la Chiesa, ricordiamo e veneriamo anzitutto la gloriosa e sempre Vergine Maria, Madre del nostro Dio e Signore Gesù Cristo, san Giuseppe, suo sposo, i santi apostoli e martiri: Pietro e Paolo, Andrea, [Giacomo, Giovanni, Tommaso, Giacomo, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Simone e Taddeo, Lino, Cleto, Clemente, Sisto, Cornelio e Cipriano, Lorenzo, Crisogono, Giovanni e Paolo, Cosma e Damiano] e tutti i santi; per i loro meriti e le loro preghiere donaci sempre aiuto e protezione.

 

Con le braccia allargate prosegue:

Hanc ígitur oblatiónem servitútis nostræ, sed et cunctæ famíliæ tuæ, quaésumus, Dómine ut placátus accípias: diésque nostros in tua pace dispónas, atque ab ætérna damnatióne nos éripi et in electórum tuórum iúbeas grege numerári.

Congiunge le mani e dice:

Per Christum Dóminum nostrum. Amen.


Accètta con benevolenza, o Signore, l'offerta che ti presentiamo noi tuoi ministri e tutta la tua famiglia: disponi nella tua pace i nostri giorni, salvaci dalla dannazione eterna, e accoglici nel gregge degli eletti.

 

Congiunge le mani.

Epíclesi Consacratoria

 

L'epíclesi è una preghiera rivolta a Dio Padre che lo sollecita a concedere l'effetto desiderato (qui la transustanziazione) mandando lo Spirito Santo. Tenendo le mani stese sulle offerte, dice:

Quam oblatiónem tu, Deus, in ómnibus, quaésumus, benedíctam, adscríptam, ratam, rationábilem, acceptabilémque fácere dignéris :ut nobis Corpus et Sanguis fiat dilectíssimi Filii tui, Dómini nostri Iesu Christi.


Santifica, o Dio, questa offerta con la potenza della tua benedizione, e degnati di accettarla a nostro favore, in sacrificio spirituale e perfetto, perché diventi per noi il corpo e il sangue del tuo amatissimo Figlio, il Signore nostro Gesù Cristo.

Congiunge le mani. Racconto dell'istituzione e consacrazione

È il momento più solenne. Il sacerdote quasi scompare: nel racconto dell'istituzione dell'eucaristia è Gesù che parla per bocca sua e compie il grande prodigio. Il ministrante può avvertire i fedeli con un segno di campanello. Così pure può suonare il campanello ad ogni ostensione.

Nelle formule seguenti le parole del Signore si pronunziano con voce chiara e distinta, come è richiesto dalla loro natura.

Qui, prídie quam paterétur,

La vigilia della sua passione,

prende il pane e tenendolo alquanto sollevato sull'altare prosegue:

accépit panem in sanctas ac venerábiles manus suas,


Egli prese il pane nelle sue mani sante e venerabili

alza gli occhi:

et elevátis óculis in cælum ad te Deum Patrem  suum  omnipoténtem, tibi grátias agens benedíxit,fregit, dedítque discípulis suis, dicens:

e alzando gli occhi al cielo a te Dio Padre suo onnipotente, rese grazie con la preghiera di benedizione, spezzò il pane, lo diede ai suoi discepoli, e disse:

inchinandosi leggermente:


AccÍpite et manducÁte ex hoc omnes:

hoc est enim corpus meum,

quod pro vobis tradétur.


Prendete, e mangiatene tutti:

questo è il mio Corpo,

offerto in sacrificio per voi.

Presenta ai fedeli l'ostia consacrata, la depone sulla patena e genuflette in adorazione.

Poi riprende:


Símili modo, postquam cenátum est,


Dopo la cena, allo stesso modo,

prende il calice e tenendolo alquanto sollevato sull'altare prosegue:

accípiens et hunc præclárum cálicem in sanctas ac venerábiles manus suas, item tibi grátias agens benedíxit, dedítque discípulis suis, dicens:

prese questo glorioso calice nelle sue mani sante e venerabili, ti rese grazie con la preghiera di benedizione, lo diede ai suoi discepoli, e disse:

inchinandosi leggermente:


AccÍpite et bÍbite ex eo omnes:

hic est enim calix sánguinis mei novi et ÆtÉrni testaménti, qui pro vobis et pro multis effundétur in remissiónem peccatórum.

Hoc fÁcite in meam commemoratiónem.


PRENDETE, E BEVETENE TUTTI:

QUESTO È IL CALICE DEL MIO SANGUE PER LA NUOVA ED ETERNA ALLEANZA, VERSATO PER VOI E PER TUTTI IN REMISSIONE DEI PECCATI.

FATE QUESTO IN MEMORIA DI ME.

 

Presenta ai fedeli il calice, lo depone sul corporale e genuflette in adorazione.

Poi dice:


V. Mystérium fídei.

V. Mistero della fede.

I fedeli acclamano dicendo:

R. Mortem tuam annuntiámus, Dómine, et tuam resurrectiónem confitémur, donec vénias.

R. Annunziamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell'attesa della tua venuta.

Oppure:

R.  Quotiescúmque manducámus panem hunc et cálicem bíbimus, mortem tuam annuntiámus, Dómine, donec vénias.

R. Ogni volta che mangiamo di questo pane e beviamo a questo calice annunziamo la tua morte, Signore, nell'attesa della tua venuta.

Oppure:

R.  Salvátor mundi, salva nos, qui per crucem et resurrectiónem tuam liberásti nos.

R.  Tu ci hai redenti con la tua croce e la tua risurrezione: salvaci, o Salvatore del mondo.

Il sacerdote, riferendosi alle parole precedenti, dichiara espressamente che il sacrificio della Messa ricorda, cioè rappresenta e ripresenta la morte di Gesù e, con essa, tutti i misteri della sua vita.

Anámnesi e offerta

 

Con le braccia allargate, il sacerdote continua:


V. Unde et mémores, Dómine,  nos servi tui, sed et plebs tua sancta, eiúsdem Christi, Filii tui, Dómini nostri, tam beátæ passiónis, nec non et ab ínferis resurrectiónis, sed et in cælos gloriósæ ascensiónis: offérimus præcláræ maiestáti tuæ de tuis donis ac datis hóstiam puram, hóstiam sanctam, hóstiam immaculátam, Panem sanctum vitæ ætérnæ et Cálicem salútis perpétuæ.

V. In questo sacrificio, o Padre, noi tuoi ministri e il tuo popolo santo celebriamo il memoriale della beata passione, della risurrezione dai morti e della gloriosa ascensione al cielo del Cristo tuo Figlio e nostro Signore; e offriamo alla tua maestà divina, tra i doni che ci hai dato, la vittima pura, santa e immacolata, pane santo della vita eterna e calice dell'eterna salvezza.

Un sacrificio non produce i suoi effetti se non è accettato da colui al quale è offerto. I sacrifici dell'Antico Testamento, figure di quello di Cristo, sono stati accolti da Dio in vista di questo. Quello dell'altare quindi, che lo rende presente, lo sarà immensamente di più.

Supra quæ propítio ac seréno vultu respícere dignéris: et accépta habére, sícuti accépta habére dignátus es múnera púeri tui iusti Abel, et sacrifícium Patriárchæ nostri Abrahæ, et quod tibi óbtulit summus sacérdos tuus Melchísedech, sanctum sacrifícium, immaculátam hóstiam.

Volgi sulla nostra offerta il tuo sguardo sereno e benigno, come hai voluto accettare i doni di Abele, il giusto, il sacrificio di Abramo, nostro padre nella fede, e l'oblazione pura e santa di Melchisedech, tuo sommo sacerdote


Il sacerdote si inchina profondamente e ricorda che la vittima (hostia) immacolata sull'altare delle nostre chiese è quell'Agnello «come immolato» (Apoc 5, 6) che è in cielo e su «l'altare d'oro, posto davanti al trono» di Dio (8, 3). Comunicarsi è sedere alla tavola del Padre celeste col quale Gesù ci ha riconciliati con il sacrificio della croce, reso presente da quello dell'altare.

Si inchina, e a mani giunte, prosegue:

Súpplices te rogámus, omnípotens Deus: iube hæc perférri per manus sancti Angeli tui in sublíme altáre tuum, in conspéctu divínæ maiestátis tuæ; ut, quotquot ex hac altáris participatióne sacrosánctum Fílii tui Corpus et Sánguinem sumpsérimus,


Ti supplichiamo, Dio onnipotente: fa' che questa offerta, per le mani del tuo angelo santo, sia portata sull'altare del cielo davanti alla tua maestà divina, perché su tutti noi che partecipiamo di questo altare, comunicando al santo mistero del corpo e sangue del tuo Figlio,


in posizione eretta, facendosi il segno della croce, conclude:

omni benedictióne cælésti et grátia  repleámur.

Per Christum Dóminum nostrum. Amen.

scenda la pienezza di ogni grazia e benedizione del cielo.

Intercessione per i defunti

 

Dopo aver pregato per la Chiesa militante e chiesto l'intercessione della Chiesa trionfante, ora si prega per la Chiesa purgante. Così tutti i membri della Chiesa, quelli della terra, del cielo e del purgatorio sono presenti ad ogni sacrificio eucaristico.

 

Con le braccia allargate, dice:

Meménto étiam, Dómine, famulórum famularúmque tuam [N. e N.], qui nos præcessérunt cum signo fídei, et dórmiunt in somno pacis.

Ricordati, o Signore, dei tuoi fedeli [N. e N.], che ci hanno preceduto con il segno della fede e dormono il sonno della pace.

Congiunge le mani e prega brevemente per i defunti che vuole ricordare. Poi, con le braccia allargate, prosegue:

Ipsis, Dómine, et ómnibus in Christo quiescéntibus, locum refrigérii, lucis  et pacis, ut indúlgeas, deprecámur.

 

Dona loro, Signore, e a tutti quelli che riposano in Cristo, la beatitudine, la luce e la pace.

Congiunge le mani e dice:

 


Per Christum Dóminum nostrum. Amen.


Qui il sacerdote si batte il petto e prega specialmente per se stesso e per i fedeli, per essere ammessi a far parte della Chiesa celeste. Con la destra si batte il petto, mentre dice:

Nobis quoque peccatóribus fámulis tuis,

 

Anche a noi, tuoi ministri, peccatori,        

e con le braccia allargate, prosegue:

de multitúdine miseratiónum tuárum sperántibus, partem áliquam et societátem donáre dignéris cum tuis sanctis Apóstolis et Martyribus: cum Ioánne, Stéphano, Matthía, Bárnaba, [Ignátio, Alexándro, Marcellíno, Petro, Felicitáte, Per pétua, Agatha, Lúcia, Agnéte, Cæcília, Anastásia] et ómnibus Sanctis tuis: intra quorum nos consórtium, non æstimátor mériti, sed véniæ, quaésumus, largítor admítte.

ma fiduciosi nella tua infinita misericordia, concedi, o Signore, di aver parte nella comunità dei tuoi santi apostoli e martiri: Giovanni,Stefano, Mattia, Barnaba, [Ignazio, Alessandro, Marcellino e Pietro, Felicita, Perpetua, Agata, Lucia, Agnese, Cecilia, Anastasia] e tutti i santi: ammettici a godere della loro sorte beata non per i nostri meriti, ma per la ricchezza del tuo perdono.

Congiunge le mani e dice:

Per Christum Dóminum nostrum. Amen.

Per Cristo nostro Signore. Amen.

Conclusione del Canone e dossologia (glorificazione)

 

A questo punto si benedicevano un tempo diversi oggetti e i frutti della terra. Ancora adesso l'olio degli infermi il Giovedì santo. A significare che tutto il cosmo deve essere chiamato attorno all'altare dell'eucaristia. Accanto alla Chiesa trionfante, militante e sofferente, anche le creature inanimate.

Prosegue:

Per quem hæc ómnia, Dómine, semper bona creas, sanctíficas, vivíficas, benedícis, et præstas nobis.

Tu, o Dio, crei e santifichi sempre, fai vivere, benedici e doni al mondo ogni bene. 

Prende sia la patena con l'ostia, sia il calice, ed elevandoli insieme, dice:

Per ipsum, et cum ipso, et in ipso, est tibi Deo Patri omnipoténti, in unitáte Spíritus Sancti, omnis honor et glória per ómnia sæcula sæculórum.


Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a te, Dio Padre onnipotente, nell'unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli.

I fedeli acclamano:

R. Amen. 

R. Amen.

Questo Amen esprime la nostra adesione al sacrificio di Cristo ripresentato sull'altare.

 

Preghiera Eucaristica - II

Il sacerdote inizia la Preghiera eucaristica con il prefazio.


Prefazio

Parte variabile


Il sacerdote allarga le braccia e dialogando con i fedeli, dice:

V. Dóminus vobíscum.

R. Et cum spíritu tuo.

V. Sursum corda (surgit).

R. Habémus ad Dóminum.

V. Grátias agámus Dómino Deo nostro.

R. Dignum et iustum est.

V. Il Signore sia con voi.

R. E con il tuo spirito.

V.  In alto i nostri cuori (Ci si alza in piedi).

Sono rivolti al Signore.

V.  Rendiamo grazie al Signore, nostro Dio.

R. È cosa buona e giusta.

Il sacerdote continua il prefazio con le braccia allargate.

V. Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre, nos tibi, sancte Pater, semper et ubíque grátias ágere per Fílium dilectiónis tuæ Iesum Christum, Verbum tuum per quod cuncta fecísti: quem misísti nobis Salvatórem et Redemptórem, incarnátum de Spíritu Sancto et ex Vírgine natum. Qui voluntátem tuam adímplens et pópulum tibi sanctum acquírens exténdit manus cum paterétur, ut mortem sólveret et resurrectiónem manifestáret. Et ídeo cum Angelis et ómnibus Sanctis glóriam tuam prædicámus, una voce dicéntes:

V. È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Padre santo, per Gesù Cristo, tuo dilettissimo Figlio. Egli è la tua Parola vivente, per mezzo di lui hai creato tutte le cose, e lo hai mandato a noi salvatore e redentore, fatto uomo per opera dello Spirito Santo e nato dalla Vergine Maria. Per compiere la tua volontà e acquistarti un popolo santo, egli stese le braccia sulla croce, morendo distrusse la morte e proclamò la risurrezione. Per questo mistero di salvezza, uniti agli angeli e ai santi, cantiamo a una sola voce la tua gloria:

Alla fine il sacerdote congiunge le mani e conclude il prefazio cantando insieme con i fedeli o dicendo ad alta voce il "Sanctus":

 Sanctus

 

R. Sanctus, Sanctus, Sanctus

Dóminus Deus Sábaoth.

Pleni sunt cæli et terra glória tua.

Hosánna in excélsis.

† Benedíctus qui venit in nómine Dómini.

Hosánna in excélsis.

R. Santo, Santo, Santo

il Signore Dio dell'universo.

I cieli e la terra sono pieni della tua gloria.

Osanna nell'alto dei cieli.

† Benedetto colui che viene nel nome del Signore.

Osanna nell'alto dei cieli.

Il sacerdote, con le braccia allargate, dice:

V. Vere Sanctus es, Dómine, fons omnis sanctitátis.

V. Padre veramente  santo, fonte di ogni santità,

Epíclesi Consacratoria

 

L'epíclesi è una preghiera rivolta a Dio Padre che lo sollecita a concedere l'effetto desiderato (qui la transustanziazione) mandando lo Spirito Santo. Tenendo le mani stese sulle offerte, dice:

Hæc ergo dona, quaésumus, Spíritus tui rore sanctífica,

santifica questi doni con l'effusione del tuo Spirito,

congiunge le mani, e traccia un unico segno di croce sul pane e sul calice, dicendo:

ut nobis Corpus et Sanguis fiant Dómini nostri Iesu Christi.

perché diventino per noi il corpo e il sangue di Gesù Cristo nostro Signore.

congiunge le mani:

Racconto dell'istituzione e consacrazione

È il momento più solenne di tutta la celebrazione. Il sacerdote quasi scompare: nel racconto dell'istituzione dell'eucaristia è Gesù che parla per bocca sua e compie il grande prodigio.

Il ministrante può avvertire i fedeli con un segno di campanello. Così pure può suonare il campanello ad ogni ostensione.

Nelle formule seguenti le parole del Signore siano dette con voce chiara e distinta, come è richiesto dalla loro natura.

Qui cum Passióni voluntárie traderétur,

Egli, offrendosi liberamente alla sua passione, 

prende il pane, e tenendolo alquanto sollevato sull'altare, prosegue:

accépit panem et grátias agens fregit, dedítque discípulis suis, dicens:

prese il pane e rese grazie, lo spezzò, lo diede ai suoi discepoli, e disse:    

inchinandosi leggermente:

AccÍpite et manducÁte ex hoc omnes:

hoc est enim corpus meum,

quod pro vobis tradétur.

Prendete, e mangiatene tutti:

questo è il mio Corpo,

offerto in sacrificio per voi.

Presenta ai fedeli l'ostia consacrata, la depone sulla patena e genuflette in adorazione. Poi continua:

Símili modo, postquam cenátum est,

Dopo la cena, allo stesso modo,

prende il calice, e tenendolo alquanto sollevato sull'altare, prosegue:

accípiens et cálicem, íterum grátias agens dedit discípulis suis, dicens:

prese il calice e rese grazie, lo diede ai suoi discepoli, e disse:  

inchinandosi leggermente:

AccÍpite et bÍbite ex eo omnes:

hic est enim calix sánguinis mei novi et ÆtÉrni testaménti, qui pro vobis et pro multis effundétur in remissiónem peccatórum.

Hoc fÁcite in meam commemoratiónem.

PRENDETE, E BEVETENE TUTTI:

QUESTO È IL CALICE DEL MIO SANGUE PER LA NUOVA ED ETERNA ALLEANZA, VERSATO PER VOI E PER TUTTI IN REMISSIONE DEI PECCATI.

FATE QUESTO IN MEMORIA DI ME.

 

Presenta ai fedeli il calice, lo depone sul corporale e genuflette in adorazione.

Poi dice:

V. Mystérium fídei.

V. Mistero della fede.

I fedeli acclamano dicendo:

R. Mortem tuam annuntiámus, Dómine, et tuam resurrectiónem confitémur, donec vénias.

R. Annunziamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell'attesa della tua venuta.

Oppure:

R.  Quotiescúmque manducámus panem hunc et cálicem bíbimus, mortem tuam annuntiámus, Dómine, donec vénias.

R. Ogni volta che mangiamo di questo pane e beviamo a questo calice annunziamo la tua morte, Signore, nell'attesa della tua venuta.

Oppure:

R.  Salvátor mundi, salva nos, qui per crucem et resurrectiónem tuam liberásti nos.

R.  Tu ci hai redenti con la tua croce e la tua risurrezione: salvaci, o Salvatore del mondo.

Il sacerdote, riferendosi alle parole precedenti, dichiara espressamente che il sacrificio della Messa ricorda, cioè rappresenta e ripresenta la morte di Gesù e, con essa, tutti i misteri della sua vita.

Anámnesi e offerta

 

Il sacerdote dichiara espressamente che il sacrificio della Messa ricorda, cioè rappresenta e ripresenta la morte e la risurrezione di Gesù. Questo sacrificio è offerto di nuovo dalla Chiesa per le mani del sacerdote e il suo effetto è l'unità in Cristo di tutti coloro che vi partecipano. L'eucaristia è «il sacramento dell'unità della Chiesa» (san Tommaso d'Aquino).

Mémores ígitur mortis et resurrectiónis eius, tibi, Dómine, panem vitæ et cálicem salútis offérimus, grátias agéntes quia nos dignos habuísti astáre coram te et tibi ministráre. Et súpplices deprecámur ut Córporis et Sánguinis Christi partícipes a Spíritu Sancto congregémur in unum.

Celebrando il memoriale della morte e risurrezione del tuo Figlio, ti offriamo, Padre, il pane della vita e il calice della salvezza, e ti rendiamo grazie per averci ammessi alla tua presenza a compiere il servizio sacerdotale. Ti preghiamo umilmente: per la comunione al corpo e al sangue di Cristo lo Spirito Santo ci riunisca in un solo corpo.

Preghiera per la Chiesa Militante

 

Recordáre, Dómine, Ecclésiæ tuæ toto orbe diffúsæ, ut eam in caritáte perfícias una cum Papa nostro N. et Epíscopo nostro N. et univérso clero.

Ricordati, Padre, della tua Chiesa diffusa su tutta la terra:  rendila perfetta nell'amore in unione con il nostro Papa N., il nostro Vescovo N. e tutto l'ordine sacerdotale.

Preghiera per la Chiesa Purgante

 

Nelle Messe per i defunti si può aggiungere:

Meménto fámuli tui [fámulæ tuæ] N. quem  [quam] [hódie] ad te  ex  hoc mundo vocásti. Concéde, ut, qui [quæ] complantátus [complantáta] fuit similitúdini mortis Fílii tui, simul fiat et resurrectiónis ipsíus.


Ricordati del nostro fratello [nostra sorella] N., che [oggi] hai chiamato[a] a te da questa vita: e come per il Battesimo l'hai unito[a] alla morte di Cristo, tuo  Figlio, così rendilo[a] partecipe della sua risurrezione.   

Meménto étiam fratrum nostrórum, qui in spe resurrectiónis dormiérunt, omniúmque in tua miseratióne defunctórum, et eos in lumen vultus tui admítte.

Ricordati dei nostri fratelli, che si sono addormentati nella speranza della risurrezione, e di tutti i defunti che si affidano alla tua clemenza: ammettili a godere la luce del tuo volto.

Preghiera per la Chiesa Trionfante

 

Qui il sacerdote prega specialmente per se stesso e per i fedeli, per essere ammessi a far parte della Chiesa trionfante:

Omnium nostrum, quaésumus, miserére, tu cum beáta Dei Genetríce  Vírgine María, beátis Apóstolis et ómnibus Sanctis, qui tibi a saéculo placuérunt, ætérnæ vitæ mereámur esse consórtes, et te laudémus et glorificémus

Di noi tutti abbi misericordia: donaci di aver parte alla vita eterna, insieme con la beata Maria, Vergine e Madre di Dio, con gli apostoli e tutti i Santi, che in ogni tempo ti   furono graditi:

congiunge le mani:

per Fílium tuum Iesum Christum.

e in Gesù Cristo tuo Figlio canteremo la tua gloria

Prende sia la patena con l'ostia, sia il calice, ed elevandoli insieme, dice:

Per ipsum, et cum ipso, et in ipso, est tibi Deo Patri omnipoténti, in unitáte Spíritus Sancti, omnis honor et glória per ómnia sæcula sæculórum.


Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a te, Dio Padre onnipotente, nell'unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli.

I fedeli acclamano:

R. Amen.

R. Amen.

Questo Amen esprime la nostra adesione al sacrificio di Cristo ripresentato sull'altare.

 

Preghiera Eucaristica - III

 

 

La terza preghiera eucaristica si apre ricordando che il sacrificio eucaristico compie la profezia di Mal 1,11: «dall'oriente all'occidente grande è il mio nome fra le genti e in ogni luogo è offerto incenso al mio nome e una oblazione pura».

Il sacerdote, con le braccia allargate, dice:

 

V. Vere Sanctus es, Dómine, et mérito te laudat omnis a te cóndita creatúra, quia per Fílium tuum, Dóminum nostrum Iesum Christum, Spíritus Sancti operánte virtúte, vivíficas et sanctíficas univérsa, et pópulum tibi congregáre non désinis, ut a solis ortu usque ad occásum oblátio munda offerátur nómini tuo.

V. Padre veramente santo, a te la lode da ogni creatura. Per mezzo di Gesù Cristo, tuo Figlio e nostro Signore, nella potenza dello Spirito Santo fai vivere e santifichi l'universo, e continui a radunare intorno a te un popolo, che da un confine all'altro della terra offra al tuo nome il sacrificio perfetto.

Epíclesi Consacratoria

 

L'epíclesi è una preghiera rivolta a Dio Padre che lo sollecita a concedere l'effetto desiderato (qui la transustanziazione) mandando lo Spirito Santo.

Tenendo le mani stese sulle offerte, dice:

 

Súpplices ergo te, Dómine, deprecámur, ut hæc múnera, quæ tibi sacránda detúlimus, eódem Spíritu sanctificáre dignéris,

Ora ti preghiamo umilmente: manda il tuo Spirito a santificare i doni che ti offriamo,

congiunge le mani, e traccia un unico segno di croce sul pane e sul calice, dicendo:

ut Corpus et Sanguis fiant Fílii tui Dómini nostri Iesu Christi,

perché diventino il corpo e il sangue di Gesù Cristo, tuo Figlio e   nostro Signore, 

congiunge le mani:

cuius mandáto hæc mystéria celebrámus.

che ci ha comandato di celebrare questi misteri.

Racconto dell'istituzione e consacrazione

È il momento più solenne di tutta la celebrazione. Il sacerdote quasi scompare: nel racconto dell'istituzione dell'eucaristia è Gesù che parla per bocca sua e compie il grande prodigio.

Il ministrante può avvertire i fedeli con un segno di campanello. Così pure può suonare il campanello ad ogni ostensione.

Nelle formule seguenti le parole del Signore siano dette con voce chiara e distinta, come è richiesto dalla loro natura.

Ipse enim in qua nocte tradebátur

Nella notte in cui fu tradito,

prende il pane, e tenendolo alquanto sollevato sull'altare, prosegue:

accépit panem et tibi grátias agens benedíxit, fregit dedítque discípulis suis, dicens:

egli prese il pane, ti rese grazie con la preghiera di benedizione, lo spezzò, lo diede ai suoi discepoli, e disse:

inchinandosi leggermente:

AccÍpite et manducÁte ex hoc omnes:

hoc est enim corpus meum,

quod pro vobis tradétur.

Prendete, e mangiatene tutti:

questo è il mio Corpo,

offerto in sacrificio per voi.

Presenta ai fedeli l'ostia consacrata, la depone sulla patena e genuflette in adorazione. Poi continua:

Símili modo, postquam cenátum est,

Dopo la cena, allo stesso modo,

prende il calice, e tenendolo alquanto sollevato sull'altare, prosegue:

accípiens cálicem, et tibi grátias agens benedíxit dedítque discípulis suis, dicens:

prese il calice, ti rese grazie con la preghiera di benedizione, lo diede ai suoi discepoli, e disse:

inchinandosi leggermente:

AccÍpite et bÍbite ex eo omnes:

hic est enim calix sánguinis mei novi et ÆtÉrni testaménti, qui pro vobis et pro multis effundétur in remissiónem peccatórum.

Hoc fÁcite in meam commemoratiónem.

PRENDETE, E BEVETENE TUTTI:

QUESTO È IL CALICE DEL MIO SANGUE PER LA NUOVA ED ETERNA ALLEANZA, VERSATO PER VOI E PER TUTTI IN REMISSIONE DEI PECCATI.

FATE QUESTO IN MEMORIA DI ME.

 

Presenta ai fedeli il calice, lo depone sul corporale e genuflette in adorazione.

Poi dice:

V. Mystérium fídei.

V. Mistero della fede.

I fedeli acclamano dicendo:

R. Mortem tuam annuntiámus, Dómine, et tuam resurrectiónem confitémur, donec vénias.

R. Annunziamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell'attesa della tua venuta.

Oppure:

R.  Quotiescúmque manducámus panem hunc et cálicem bíbimus, mortem tuam annuntiámus, Dómine, donec vénias.

R. Ogni volta che mangiamo di questo pane e beviamo a questo calice annunziamo la tua morte, Signore, nell'attesa della tua venuta.

Oppure:

R.  Salvátor mundi, salva nos, qui per crucem et resurrectiónem tuam liberásti nos.

R.  Tu ci hai redenti con la tua croce e la tua risurrezione: salvaci, o Salvatore del mondo.

Anámnesi e offerta

 

Il sacerdote dice espressamente che il sacrificio della Messa ricorda, cioè rappresenta e ripresenta la morte di Gesù e, con essa, tutti i misteri della sua vita. La Chiesa continua ad offrire quest'unico sacrificio di Gesù fino alla sua seconda venuta.

Il sacerdote, con le braccia allargate, prosegue:

 

Mémores ígitur, Dómine, eiúsdem Filii tui salutíferæ passiónis nec non mirábilis resurrectiónis et ascensiónis in cælum, sed et præstolántes álterum eius advéntum, offérimus tibi, grátias referéntes, hoc sacrifícium vivum et sanctum.

 

Celebrando il memoriale del tuo Figlio, morto per la nostra salvezza, gloriosamente risorto e asceso al cielo, nell'attesa della sua venuta ti offriamo, Padre, in rendimento di grazie questo sacrificio vivo e santo.

 

L'offerta della Chiesa e il sacrificio di Gesù si identificano misticamente nel sacrificio eucaristico. Per coloro che vi partecipano con la santa comunione è chiesta la grazia speciale dell'unità in Cristo:

 

Réspice, quaésumus, in oblatiónem Ecclésiæ tuæ et, agnóscens Hóstiam, cuius voluísti immolatióne placári, concéde, ut qui Córpore et Sánguine Fílii tui refícimur, Spíritu eius Sancto repléti, unum corpus et unus spíritus inveniámur in Christo.

Guarda con amore e riconosci nell'offerta della tua Chiesa, la vittima immolata per la nostra redenzione; e a noi, che ci nutriamo del corpo e sangue del tuo Figlio, dona la pienezza dello Spirito Santo perché diventiamo in Cristo un solo corpo e un solo spirito.

Il sacrificio di Gesù ci rende capaci di amare, cioè di sacrificarci per Dio e per i fratelli e di entrare così nella Chiesa celeste:

 

Ipse nos tibi perfíciat munus ætérnum, ut cum eléctis tuis hereditátem cónsequi valeámus, in primis cum beatíssima Vírgine, Dei Genitrice, María, cum beátis Apóstolis tuis et gloriósis Martyribus [cum Sancto N.: Sancto diei vel patrono]

et ómnibus Sanctis, quorum intercessióne perpétuo apud te confídimus adiuvári.

 

Egli faccia di noi un sacrificio perenne a te gradito, perché possiamo ottenere il regno promesso insieme con i tuoi eletti: con la beata Maria, Vergine e Madre di Dio, con i tuoi santi apostoli, i gloriosi martiri, [san N.: santo del giorno o  patrono] e tutti i santi, nostri intercessori presso di te.

Per la Chiesa Militante

 

Hæc Hóstia nostræ reconciliatiónis profíciat, quaésumus, Dómine, ad totíus mundi pacem atque salútem. Ecclésiam tuam, peregrinántem in terra, in fide et caritáte firmáre dignéris cum fámulo tuo Papa nostro N. et Epíscopo nostro N., cum episcopáli órdine et univérso clero et omni pópulo acquisitiónis tuæ.

Votis huius familiæ, quam tibi astáre voluísti, adésto propítius.

Omnes filios tuos ubíque dispérsos tibi, clemens Pater, miserátus coniúnge.

Per questo sacrificio di riconciliazione dona, Padre, pace e salvezza al mondo intero. Conferma nella fede e nell'amore la tua Chiesa pellegrina sulla terra: il tuo servo e nostro Papa N., il nostro Vescovo N., il collegio episcopale, tutto il clero e il popolo che tu hai redento.

Ascolta la preghiera di questa famiglia, che hai convocato alla tua presenza.

Ricongiungi a te, Padre misericordioso, tutti i tuoi figli ovunque dispersi.

Per la Chiesa Purgante

 

Fratres nostros defúnctos et omnes qui, tibi placéntes, ex hoc saéculo transiérunt, in regnum tuum benígnus admítte, ubi fore sperámus, ut simul glória tua perénniter satiémur,

Accogli nel tuo regno i nostri fratelli defunti e tutti i giusti che, in pace con te, hanno lasciato questo mondo; concedi anche a noi di ritrovarci insieme a godere per sempre della tua gloria, 

congiunge le mani:

per Christum Dóminum nostrum, per quem mundo bona cuncta largíris.

in Cristo nostro Signore per mezzo del quale tu, o Dio, doni al mondo ogni bene.

Quando questa preghiera eucaristica viene usata nelle Messe per i defunti, si può dire:

Meménto fámuli tui  [fámulæ tuæ] N., quem [quam] [hódie] ad te ex hoc mundo vocásti. Concéde, ut, qui [quæ] complantátus [complantáta] fuit similitúdini mortis Fílii tui, simul fiat et resurrectiónis ipsíus, quando mórtuos suscitábit in carne de terra et corpus humilitátis nostræ configurábit córpori claritátis suæ. Sed et fratres nostros defúnctos, et omnes qui, tibi placéntes, ex hoc saéculo transiérunt, in regnum tuum benígnus admítte, ubi fore sperámus, ut simul glória tua perénniter satiémur, quando omnem lácrimam abstérges ab óculis nostris, quia te, sícuti es, Deum nostrum vidéntes, tibi símiles érimus cuncta per saécula, et te sine fine laudábimus,

congiunge le mani

per Christum Dóminum nostrum, per quem mundo bona cuncta largíris.

 

Ricordati del nostro fratello N. [della nostra sorella N.] che [oggi] hai chiamato[a] a te da questa vita: e come per il Battesimo l'hai unito[a] alla morte di Cristo, tuo Figlio, così rendilo[a] partecipe della sua risurrezione, quando farà sorgere i morti dalla terra e trasformerà il nostro corpo mortale a immagine del suo corpo glorioso. Accogli nel tuo regno i nostri fratelli defunti e tutti i giusti che, in pace con te, hanno lasciato questo mondo; concedi anche a noi di ritrovarci insieme a godere della tua gloria quando, asciugata ogni lacrima, i nostri occhi vedranno il tuo volto e noi saremo simili a te, e canteremo per sempre la tua lode,

 

congiunge le mani

in Cristo, nostro Signore, per mezzo del quale tu, o Dio, doni al mondo ogni bene.

 

Prende sia la patena con l'ostia, sia il calice, ed elevandoli insieme, dice:

Per ipsum, et cum ipso, et in ipso, est tibi Deo Patri omnipoténti, in unitáte Spíritus Sancti, omnis honor et glória per ómnia sæcula sæculórum.


Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a te, Dio Padre onnipotente, nell'unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli.

I fedeli acclamano:

R. Amen. 

R. Amen.

Questo Amen esprime la nostra adesione al sacrificio di Cristo ripresentato sull'altare.

 

Preghiera Eucaristica - IV

 

 

La quarta preghiera eucaristica rievoca tutta la storia del mondo, che è la storia della salvezza. Al culmine sta il sacrificio di Cristo. Il sacrificio eucaristico, ripresentando quell'unico sacrificio, ci riporta misticamente al centro stesso della storia, al momento in cui «tutto è compiuto».

Il sacerdote inizia la Preghiera eucaristica con il prefazio.


Prefazio

Parte variabile


Il sacerdote allarga le braccia e dialogando con i fedeli, dice:

V. Dóminus vobíscum.

R. Et cum spíritu tuo.

V. Sursum corda (surgit).

R. Habémus ad Dóminum.

V. Grátias agámus Dómino Deo nostro.

R. Dignum et iustum est.

V. Il Signore sia con voi.

R. E con il tuo spirito.

V.  In alto i nostri cuori (Ci si alza in piedi).

Sono rivolti al Signore.

V.  Rendiamo grazie al Signore, nostro Dio.

R. È cosa buona e giusta.

Il sacerdote continua il prefazio con le braccia allargate.

V. Vere dignum est tibi grátias ágere, vere iustum est te glorificáre, Pater sancte, quia unus es Deus vivus et verus, qui es ante saécula et pérmanes in ætérnum, inaccessíbilem lucem inhábitans; sed et qui unus bonus atque fons vitæ cuncta fecísti, ut creatúras tuas benedictiónibus adimpléres multásque lætificáres tui lúminis claritáte. Et ídeo coram te innúmera astant turbæ angelórum, qui die ac nocte sérviunt tibi et, vultus tui glóriam contemplántes, te incessánter gloríficant. Cum quibus et nos et, per nostram vocem, omnis quæ sub cælo est creatúra nomen tuum in exsultatióne confitémur, canéntes:

V. È veramente giusto renderti grazie, è bello cantare la tua gloria, Padre santo, unico Dio vivo e vero: prima del tempo e in eterno tu sei, nel tuo regno di luce infinita. Tu solo sei buono e fonte della vita, e hai dato origine all'universo, per effondere il tuo amore su tutte le creature e allietarle con gli splendori della tua luce. Schiere innumerevoli di angeli stanno davanti a te per servirti, contemplano la gloria del tuo volto, e giorno e notte cantano la tua lode. Insieme con loro anche noi, fatti voce di ogni creatura, esultanti cantiamo:

 

Alla fine il sacerdote congiunge le mani e conclude il prefazio cantando insieme con i fedeli o dicendo ad alta voce il "Sanctus":

Sanctus

 

R. Sanctus, Sanctus, Sanctus

Dóminus Deus Sábaoth.

Pleni sunt cæli et terra glória tua.

Hosánna in excélsis.

† Benedíctus qui venit in nómine Dómini.

Hosánna in excélsis.

R. Santo, Santo, Santo

il Signore Dio dell'universo.

I cieli e la terra sono pieni della tua gloria.

Osanna nell'alto dei cieli.

† Benedetto colui che viene nel nome del Signore.

Osanna nell'alto dei cieli.

Il sacerdote, con le braccia allargate, dice:

V. Confitémur tibi, Pater sancte, quia magnus es et ómnia ópera tua in sapiéntia et caritáte fecísti. Hóminem ad tuam imáginem condidísti, eíque commisísti mundi curam univérsi, ut, tibi soli Creatóri sérviens, creatúris ómnibus imperáret. Et cum amicítiam tuam, non oboédiens, amisísset, non eum dereliquísti in mortis império. Omnibus enim misericórditer subvenísti, ut te quæréntes invenírent. Sed et foédera plúries homínibus obtulísti eósque per prophétas erudísti in exspectatióne salútis. Et sic, Pater sancte, mundum dilexísti, ut, compléta plenitúdine témporum, Unigénitum tuum nobis mítteres Salvatórem. Qui, incarnátus de Spíritu Sancto et natus ex María Vírgine, in nostra condiciónis forma est conversátus per ómnia absque peccáto; salútem evangelizávit paupéribus, redemptiónem captívis, mæstis corde lætítiam. Ut tuam vero dispensatiónem impléret, in mortem trádidit semetípsum ac, resúrgens a mórtuis, mortem destrúxit vitámque renovávit. Et, ut non ámplius nobismetípsis viverémus, sed sibi qui pro nobis mórtuus est atque surréxit, a te, Pater, misit Spíritum Sanctum primítias credéntibus, qui, opus suum in mundo perfíciens, omnem sanctificatiónem compléret.

V. Noi ti lodiamo, Padre santo, per la tua grandezza: tu hai fatto ogni cosa con sapienza e amore. A tua immagine hai formato l'uomo, alle sue mani operose hai affidato l'universo perché nell'obbedienza a te, suo creatore, esercitasse il dominio su tutto il creato. E quando, per la sua disobbedienza, l'uomo perse la tua amicizia, tu non l'hai abbandonato in potere della morte, ma nella tua misericordia a tutti sei venuto incontro, perché coloro che ti cercano ti possano trovare. Molte volte hai offerto agli uomini la tua alleanza, e per mezzo dei profeti hai insegnato a sperare nella salvezza. Padre santo, hai tanto amato il mondo da mandare a noi, nella pienezza dei tempi, il tuo unico Figlio come salvatore. Egli si è fatto uomo per opera dello Spirito Santo ed è nato dalla Vergine Maria; ha condiviso in tutto, eccetto il peccato, la nostra condizione umana. Ai poveri annunziò il vangelo di salvezza, la libertà ai prigionieri, agli afflitti la gioia. Per attuare il tuo disegno di redenzione si consegnò volontariamente alla morte e risorgendo distrusse la morte e rinnovò la vita. E perché non viviamo più per noi stessi ma per lui che è morto e risorto per noi, ha mandato, o Padre, lo Spirito Santo primo dono ai credenti, a perfezionare la sua opera nel mondo e compiere ogni santificazione.

Epíclesi Consacratoria

 

L'epíclesi è una preghiera rivolta a Dio Padre che lo sollecita a concedere l'effetto desiderato (qui la transustanziazione e la ripresentazione del sacrificio) mandando lo Spirito Santo.

Congiunge le mani, e tenendole stese sulle offerte, dice

Quaésumus ígitur, Dómine, ut idem Spíritus Sanctus hæc múnera sanctificáre dignétur,

Ora ti preghiamo, Padre: lo Spirito Santo santifichi questi doni

congiunge le mani, e traccia un unico segno di croce sul pane e sul calice, dicendo:

ut nobis Corpus et Sanguis fiant Dómini nostri Iesu Christi.

perché diventino per noi il corpo e il sangue di Gesù Cristo nostro Signore.

congiunge le mani:

ad hoc magnum mystérium celebrándum, quod ipse nobis relíquit in fœdus ætérnum.

nella celebrazione di questo grande mistero, che ci ha lasciato in segno di eterna alleanza.

Racconto dell'istituzione e consacrazione

È il momento più solenne di tutta la celebrazione. Il sacerdote quasi scompare: nel racconto dell'istituzione dell'eucaristia è Gesù che parla per bocca sua e compie il grande prodigio.

Il ministrante può avvertire i fedeli con un segno di campanello. Così pure può suonare il campanello ad ogni ostensione.

Nelle formule seguenti le parole del Signore siano dette con voce chiara e distinta, come è richiesto dalla loro natura.

Ipse enim, cum hora venísset ut glorificarétur a te, Pater sancte, ac dilexísset suos qui erant in mundo,
in finem diléxit eos: et cenántibus illis

Egli, venuta l'ora d'essere glorificato da te, Padre santo, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine; e mentre cenava con loro,

prende il pane, e tenendolo alquanto sollevato sull'altare, prosegue:

accépit panem, benedíxit ac fregit, dedítque discípulis suis, dicens:

prese il pane e rese grazie, lo spezzò, lo diede ai suoi discepoli, e disse:    

inchinandosi leggermente:

AccÍpite et manducÁte ex hoc omnes:

hoc est enim corpus meum,

quod pro vobis tradétur.

Prendete, e mangiatene tutti:

questo è il mio Corpo,

offerto in sacrificio per voi.

Presenta ai fedeli l'ostia consacrata, la depone sulla patena e genuflette in adorazione. Poi continua:

Símili modo,

Allo stesso modo,

prende il calice, e tenendolo alquanto sollevato sull'altare, prosegue:

accípiens cálicem, ex genímine vitis replétum, grátias egit, dedítque  discípulis suis, dicens:

prese il calice del vino e rese grazie, lo diede ai suoi discepoli, e disse:

inchinandosi leggermente:

AccÍpite et bÍbite ex eo omnes:

hic est enim calix sánguinis mei novi et ÆtÉrni testaménti, qui pro vobis et pro multis effundétur in remissiónem peccatórum.

Hoc fÁcite in meam commemoratiónem.

PRENDETE, E BEVETENE TUTTI:

QUESTO È IL CALICE DEL MIO SANGUE PER LA NUOVA ED ETERNA ALLEANZA, VERSATO PER VOI E PER TUTTI IN REMISSIONE DEI PECCATI.

FATE QUESTO IN MEMORIA DI ME.

 

Presenta ai fedeli il calice, lo depone sul corporale e genuflette in adorazione.

Poi dice:

V. Mystérium fídei.

V. Mistero della fede.

I fedeli acclamano dicendo:

R. Mortem tuam annuntiámus, Dómine, et tuam resurrectiónem confitémur, donec vénias.

R. Annunziamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell'attesa della tua venuta.

Oppure:

R.  Quotiescúmque manducámus panem hunc et cálicem bíbimus, mortem tuam annuntiámus, Dómine, donec vénias.

R. Ogni volta che mangiamo di questo pane e beviamo a questo calice annunziamo la tua morte, Signore, nell'attesa della tua venuta.

Oppure:

R.  Salvátor mundi, salva nos, qui per crucem et resurrectiónem tuam liberásti nos.

R.  Tu ci hai redenti con la tua croce e la tua risurrezione: salvaci, o Salvatore del mondo.

Anámnesi e offerta

 

Il sacerdote dice espressamente che il sacrificio della Messa ricorda, cioè rappresenta e ripresenta la morte di Gesù e, con essa, tutti i misteri della sua vita. La Chiesa rinnova l'offerta del sacrificio di Gesù e ne implora gli effetti per coloro che vi parteciperanno: l'unità nel corpo mistico del Signore e la capacità di offrirsi a loro volta in sacrificio gradito a Dio.

Con le braccia allargate, continua:

Unde et nos, Dómine, redemptiónis nostræ memoriále nunc celebrántes, mortem Christi eiúsque descénsum ad ínferos recólimus, eius resurrectiónem et ascensiónem ad tuam déxteram profitémur, et, exspectántes ipsíus advéntum in glória, offérimus tibi eius Corpus et Sánguinem, sacrifícium tibi acceptábile et toti mundo salutáre. Réspice, Dómine, in Hóstiam, quam Ecclésiæ tuæ ipse parásti, et concéde benígnus ómnibus qui ex hoc uno pane participábunt et cálice, ut, in unum corpus a Sancto Spíritu congregáti, in Christo hóstia viva perficiántur, ad laudem glóriæ tuæ.

 

In questo memoriale della nostra redenzione celebriamo, Padre, la morte di Cristo la sua discesa agli inferi, proclamiamo la sua risurrezione e ascensione al cielo, dove siede alla tua destra; e, in attesa della sua venuta nella gloria, ti offriamo il suo corpo e il suo sangue, sacrificio a te gradito, per la salvezza del mondo. Guarda con amore, o Dio, la vittima che tu stesso hai preparato per la tua Chiesa; e a tutti coloro che mangeranno di quest'unico pane e berranno di quest'unico calice, concedi che, riuniti in un solo corpo dallo Spirito Santo, diventino offerta viva in Cristo, a lode della tua gloria.

Preghiera per la Chiesa Militante

 

Qui il sacerdote prega per tutta la Chiesa militante (o pellegrinante), per la gerarchia e per i fedeli; per coloro che offrono il sacrificio e per i presenti; anche per tutti coloro che, pur non facendo - senza loro colpa - visibilmente parte della Chiesa, sono ad essa pur sempre misteriosamente legati.

Nunc ergo, Dómine, ómnium recordáre, pro quibus tibi hanc oblatiónem offérimus: in primis fámuli tui, Papæ nostri N., Epíscopi nostri N., et Episcopórum órdinis univérsi, sed et totíus cleri, et offeréntium, et circumstántium, et cuncti pópuli tui, et ómnium, qui te quærunt corde sincero.

Ora, Padre, ricordati di tutti quelli per i quali noi ti offriamo questo sacrificio: del tuo servo e nostro
Papa N., del nostro Vescovo N., del collegio episcopale di tutto il clero, di coloro che si uniscono alla nostra offerta, dei presenti e del tuo popolo e di tutti di uomini che ti cercano con cuore sincero.

Preghiera per la Chiesa Purgante

 

Meménto etiam illórum, qui obiérunt in pace Christi tui, et ómnium defunctórum, quorum fidem tu solus cognovísti.

Ricordati anche dei nostri fratelli che sono morti nella pace del tuo Cristo, e di tutti i defunti, dei quali tu solo hai conosciuto la fede.

Qui il sacerdote prega specialmente per se stesso e per i fedeli:

Nobis ómnibus, filiis tuis, clemens Pater, concéde, ut cæléstem hereditátem cónsequi valeámus cum beáta Vírgine, Dei Genetríce, María, cum Apóstolis et Sanctis tuis in regno tuo, ubi cum univérsa creatúra, a corruptióne peccáti et mortis liberáta, te glorificémus

Padre misericordioso, concedi a noi, tuoi figli, di ottenere con la beata Maria Vergine e Madre di Dio, con gli apostoli e i santi, l'eredità eterna del tuo regno, dove con tutte le creature, liberate dalla corruzione del peccato e della morte, canteremo la tua gloria,

congiunge le mani:

per Christum Dóminum nostrum, per quem mundo bona cuncta largíris.

in Cristo nostro Signore per mezzo del quale tu, o Dio, doni al mondo ogni bene.

Prende sia la patena con l'ostia, sia il calice, ed elevandoli insieme, dice:

Per ipsum, et cum ipso, et in ipso, est tibi Deo Patri omnipoténti, in unitáte Spíritus Sancti, omnis honor et glória per ómnia sæcula sæculórum.


Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a te, Dio Padre onnipotente, nell'unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli.

I fedeli acclamano:

R. Amen. 

R. Amen.

Questo Amen esprime la nostra adesione al sacrificio di Cristo ripresentato sull'altare.

 

Riti di Comunione

 

Il sacrificio eucaristico ci ha riconciliato con Dio. Egli sta per darci nella Comunione il suo bacio di pace. Ci si prepara con la recita del Padre nostro che è un sacramentale. È la preghiera perfettissima che ci insegna quello che dobbiamo desiderare e l'ordine in cui lo dobbiamo desiderare, per cui «plasma i nostri affetti» (san Tommaso d'Aquino). In questo modo ci dispone interiormente a ricevere Gesù.

Deposto il calice e la patena, il sacerdote, a mani giunte, dice:

V.Præcéptis salutáribus móniti, et divína institutióne formáti, audémus dícere:

V. Obbedienti alla parola del Salvatore e formati al suo divino insegnamento, osiamo dire:

Pater Noster

 

Con le braccia allargate, il sacerdote dice insieme ai fedeli:

Pater noster, qui es in coélis:
Sanctificétur nomen tuum: 
Advéniat regnum tuum:
Fiat volúntas tua,
sicut in coelo et in terra.

Panem nostrum quotidiánum da nobis hódie:
Et dimítte nobis débita nostra, 
sicut et nos dimíttimus debitóribus nostris.
Et ne nos indúcas in tentatiónem.
Sed libera nos a malo.

 

Padre nostro, che sei nei cieli
Sia santificato il tuo nome
Venga il tuo regno
Sia fatta la tua volontà,
come in cielo, cosí in terra.

Dacci oggi il nostro pane quotidiano
E rimetti  a noi i nostri debiti, 
come noi li rimettiamo ai nostri debitori.
E non c'indurre in tentazione.
Ma liberaci dal male.

Solo il sacerdote, con le braccia allargate, continua:

V. Líbera nos, quæsumus, Dómine, e ab ómnibus malis, da propítius pacem in diébus nostris, ut, ope misericórdia tuæ adiúti, et a peccáto simus semper líberi et ab omni perturbatióne secúri: exspectántes beátam spem et advéntum Salvatóris nostri Iesu Christi.

V. Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, con l'aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo.

Congiunge le mani. I fedeli concludono la preghiera con l'acclamazione:

R. Quia tuum est regnum, et potéstas, et glória in saécula.

R. Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli.

Il sacerdote, con le braccia allargate, dice ad alta voce:

 

V. Dómine Iesu Christe, qui dixísti Apóstolis tuis: Pacem relínquo vobis, pacem meam do vobis: ne respícias peccáta nostra, sed fidem Ecclésiæ tuæ; eámque secúndum voluntátem tuam pacificáre et coadunáre dignéris.

V. Signore Gesù Cristo, che hai detto ai tuoi apostoli: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace», non guardare ai nostri peccati, ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà.

Congiunge le mani.

V.Qui vivis et regnas in saécula sæculórum.

R. Amen

V. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

R. Amen

Il sacerdote, allargando e ricongiungendo le mani, dice:

V. Pax Dómini sit semper vobíscum.

R. Et cum spíritu tuo.

V. La pace del Signore sia sempre con voi.

R. E con il tuo spirito.

Scambio del Segno di Pace

 

Solo se si ritiene opportuno, il diacono, o il sacerdote può aggiungere:

V. Offérte vobis pacem.

V. Scambiatevi un segno di pace.

Si scambia un segno di pace con compostezza, contegno

e soltanto con  i fedeli che ci stanno accanto od in prossimità.

Il sacerdote dà la pace al diacono o al ministro. Poi prende l'ostia e la spezza sopra la patena, e lascia cadere un frammento nel calice, dicendo sottovoce:

V. Hæc commíxtio Córporis et Sánguinis Dómini nostri Iesu Christi fiat accipiéntibus nobis in vitam ætérnam.

V. Il Corpo e il Sangue di Cristo, uniti in questo calice, siano per noi cibo di vita eterna. 

I fedeli cantano o recitano l'Agnus Dei, battendosi tre volte il petto.

Questo canto si può ripetere più volte, se la frazione del pane si prolunga.

Agnus Dei

 

R. Agnus Dei, qui tollis peccáta mundi: miserére nobis.
R. Agnus Dei, qui tollis peccáta mundi: miserére nobis.
R. Agnus Dei, qui tollis peccáta mundi: dona nobis pacem.

 

R. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.
R. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.
R. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona noi la pace.

Il sacerdote, con le mani giunte, dice sottovoce:

V. Dómine Iesu Christe, Fili Dei vivi, qui ex voluntáte Patris, cooperánte Spíritu Sancto, per mortem tuam mundum vivificásti: líbera  me   per  hoc   sacrosánctum Corpus et Sánguinem tuum ab ómnibus iniquitátibus meis et univérsis malis et fac me tuis semper inhærére mandátis, et a te numquam separári permíttas.

V. Signore Gesù Cristo, Figlio del Dio vivo, che per volontà del Padre e con l'opera dello Spirito Santo morendo hai dato la vita al mondo, per il santo mistero del tuo Corpo e del tuo Sangue liberami da ogni colpa e da ogni male, fa' che sia sempre fedele alla tua legge e non sia mai separato da te.

Oppure:

V. Percéptio Córporis et Sánguinis tui, Dómine Iesu Christe, non mihi provéniat in iudícium et condemnatiónem sed pro tua pietáte prosit mihi ad tutaméntum mentis et córporis, et ad medélam percipiéndam.

V. La comunione con il tuo Corpo e il tuo Sangue, Signore Gesù Cristo, non diventi per me giudizio di condanna, ma per tua misericordia sia rimedio e difesa dell'anima e del corpo.

Genuflette, prende l'ostia, e tenendola alquanto sollevata sulla patena, rivolto ai fedeli,

dice ad alta voce:

 

V. Ecce Agnus Dei, ecce qui tollit peccáta mundi. Beáti qui ad cenam Agni vocáti sunt.

V. Beati gli invitati alla Cena del Signore. Ecco l'Agnello di Dio, che toglie i peccati del mondo.

E continua, dicendo insieme con i fedeli:

R. Dómine, non sum dignus ut intres sub tectum meum: sed tantum dic verbo, et sanábitur ánima mea.

R. O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di' soltanto una parola e io sarò salvato.

Il sacerdote, rivolto all'altare, dice sottovoce:

V. Corpus Christi custódiat me in vitam ætérnam.

V. Il Corpo di Cristo mi custodisca per la vita eterna.

E con riverenza si comunica al Corpo di Cristo. Poi prende il calice e dice sottovoce:

V. Sanguis Christi custódiat me in vitam ætérnam.

V. Il Sangue di Cristo mi custodisca per la vita eterna.

E con riverenza si comunica al Sangue di Cristo.

Mentre il sacerdote si comunica con il Corpo di Cristo, si inizia il canto di comunione.

Il sacerdote poi prende poi la patena o la pisside, e si porta verso i comunicandi.

Nel presentare a ognuno l'ostia, la tiene alquanto sollevata e dice:

V. Corpus Christi.

V. Il corpo di Cristo.

Il comunicando risponde:

R. Amen.

R. Amen.

E riceve la comunione.

N.B.

Si sconsiglia di ricevere la Santa Comunione sulla mano,

è preferibile riceverla in piedi o in ginocchio

per  motivi di rispetto nei confronti del Santissimo Sacramento

 ed a causa anche del fatto che spesso  le mani possono risultare sporche.

Nello stesso modo si comporta il diacono, quando distribuisce la comunione.

Antifona alla Comunione

Parte variabile

Terminata la distribuzione della comunione, il sacerdote, o il diacono, o l'accolito, asterge la patena sul calice e quindi il calice. Mentre asterge la patena e il calice, il sacerdote dice sottovoce:

V. Quod ore súmpsimus, Dómine, pura mente capiámus, et de múnere temporáli fiat nobis remédium sempitérnum.

V. Il sacramento ricevuto con la bocca sia accolto con purezza nel nostro spirito, o Signore, e il dono a noi fatto nel tempo ci sia rimedio per la vita eterna.

Poi il sacerdote può tornare alla sede. Secondo i casi, si può osservare, per un tempo conveniente il «sacro silenzio», oppure si può cantare un salmo o un canto di lode e ringraziamento.

Il sacerdote, dalla sede o dall'altare, dice:


V. Orémus.

V. Preghiamo.

E tutti, insieme con il sacerdote, pregano in silenzio per qualche momento, se non l'hanno già fatto in precedenza. Poi il sacerdote, con le braccia allargate, dice l'orazione dopo la comunione.

Orazione dopo la Comunione

 

V.  Sumpto, Dómine, pígnore redemptiónis et vitæ, súpplices adprecámur, ut Ecclésia tua, matérna Vírginis ope, et Evangélii præcónio univérsas gentes erúdiat et Spíritus effusióne orbem terrárum adímpleat. Per Christum Dóminum nostrum.

R. Amen.

 

V. O Padre, che in questo sacramento ci hai dato il pegno di redenzione di vita, fa' che la tua Chiesa con l'aiuto materno di Maria, porti a tutti i popoli l'annunzio del Vangelo e attiri sul mondo l'effusione del tuo Spirito. Per Cristo nostro Signore.

R. Amen.

Riti di conclusione


A questo punto si danno, quando occorre, brevi comunicazioni o avvisi ai fedeli.

Segue il congedo. Il sacerdote, rivolto verso i fedeli, con le braccia allargate, dice:


Congedo

V. Dóminus vobíscum.

R. Et cum spíritu tuo.

 

V. Il Signore sia con voi.
R. E con il tuo spirito.

Il sacerdote benedice i fedeli:

V. Benedícat vos omnípotens Deus,

† Pater, et Filius, et Spíritus Sanctus.

R. Amen.

V. Vi benedica Dio onnipotente,

† Padre e Figlio e Spirito Santo.        

R. Amen.

In certi giorni e in circostanze particolari questa formula di benedizione è preceduta da una formula di benedizione più solenne o dalla orazione sui fedeli.

Infine il diacono, o il sacerdote stesso, rivolto verso i fedeli, a mani giunte, dice:

V. Ite, missa est.

R. Deo grátias.

V. La Messa è finita: andate in pace.

R. Rendiamo grazie a Dio.

Oppure:

 

V. Glorificate il Signore con la vostra vita. Andate in Pace.

R. Rendiamo grazie a Dio.

Oppure:

 

V.  La gioia del Signore sia la nostra forza.  Andate in pace.

R. Rendiamo grazie a Dio.

Il sacerdote bacia l'altare in segno di venerazione come all'inizio;

a quindi con i ministri la debita riverenza e torna in sacrestia.

 



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